Il 15 novembre 2019 si è ufficialmente aperto Il 46° anno della SFT della nostra diocesi.
Quest’anno la serata di inaugurazione si è tenuta nella nuova sede presso le suore Concezioniste di San Benedetto del Tronto, alle quali va davvero un caloroso tributo di riconoscenza per l’ospitalità.
Alle 21, dopo aver seguito le prime due ore di lezione, professori e studenti sono convenuti nella grande sala al primo piano dell’Istituto, dove tutto era pronto per accogliere il vescovo mons. Carlo Bresciani, il relatore prof. don Giovanni Frausini, docente di liturgia e sacramenti all’Istituto Teologico Marchigiano, e don Guido Coccia, direttore del servizio diocesano per l’iniziazione cristiana degli adulti.
La SFT ha affidato al prof. Frausini una prolusione su “Il rito della iniziazione cristiana degli adulti: una risorsa per la Chiesa di oggi” e ha pensato utile, nello stesso tempo, far raccontare a Don Guido Coccia le attività avviate nella nostra diocesi per accompagnare gli adulti che lo chiedono a ricevere il battesimo.
Teologia e pratica pastorale declinate insieme, per mettere il focus sulla Chiesa e sul suo servizio a un mondo che cambia a velocità missilistica. Questo è precisamente l’intento della nostra SFT, in un continuum con la prolusione di Enrico Brandozzi del 2017 su “La chiesa madre – Risorse e sfide della comunità cristiana del nostro tempo”.
Il vescovo mons. Bresciani ha introdotto la serata ringraziando tutti i professori e gli studenti della SFT: “Siete segno di una Chiesa che si interroga e si sforza di vivere la fede come dono di Dio”. Ha affermato di credere fermamente nell’utilità della SFT, la quale ha un contenuto di verità. “Unire fede e ragione è dare un contenuto di verità”, altrimenti si inseguono emozioni e non si coinvolge la persona nella sua interezza e nella sua unità, fatta sì di emozioni, ma anche di intelligenza e di corporeità. La riflessione teologica è conoscere per amare e amare per conoscere sempre di più. Ha poi aperto alla riflessione sulla Chiesa e sul rito: il rito dice della identità della Chiesa.
Il prof. don Giovanni Frausini ha accolto e rilanciato le parole di incoraggiamento del vescovo: il tentativo della SFT è fare teologi, perché noi siamo teologi. Di fronte a una domanda vera, la teologia e quindi il teologo, che è ogni cristiano, tenta di tradurre nel linguaggio di oggi l’eterna verità della fede.
Ci ha raccontato di quando, giovane studente, negli anni settanta, durante un viaggio in treno ha assistito a una scena emblematica: un viaggiatore chiese provocatoriamente a una signora perché stava recitando il rosario e candidamente la donna rispose: “Ci credeva nonna, ci credeva mamma!” e null’altro. Mentre raccontava questo piccolo episodio, Frausini ci proiettava sullo schermo la foto in bianco e nero di un vagone dell’epoca pieno di viaggiatori, per imprimerci nella memoria l’immagine di questa situazione paradigmatica.
Il cristiano – continua e precisa – è colui che ha fatto esperienza di Dio nella sua vita e proprio in forza di questa esperienza dà ragione della propria fede e sa ascoltare la voce di Dio che si comunica, non attraverso concetti, ma attraverso la storia degli uomini.
Dio parla e si comunica anche e in modo speciale attraverso la liturgia.
La liturgia è un vero e proprio incontro con Dio. Leone Magno dichiarava “Signore io ti vedo nella Tua liturgia!”. Frausini spiega:“Quello che nella storia sono gesti e parole, nella liturgia sono riti e preghiere. Ciò che nella vita di Cristo fu un evento, nella storia del cristiano è liturgia. Un giorno Gesù incontrò Lazzaro e gli disse “Vieni fuori!”, anche a noi personalmente nella liturgia Egli dice “Vieni fuori!”. Il Signore agisce nella liturgia”.
Certo è che l’incontro con Cristo, nella vita e nella liturgia, al momento presente avviene sempre più di frequente in età adulta. Il nostro oggi ha forti tratti di somiglianza con il tempo dei Padri della chiesa. Allora Tertulliano annotava: “Cristiani si diventa, non si nasce” e questa è pure la situazione di moltissime persone del nostro tempo, che si avvicinano a Cristo in età adulta.
La Chiesa sulla scorta delle prescrizioni del Vaticano II ha reintrodotto il catecumenato per adulti e ha preparato il nuovo Rito di iniziazione cristiana degli adulti (RICA). Dopo un tempo di iniziazione graduale, vissuto nell’interno della comunità cristiana e contraddistinto da tempi, passaggi e riti precisi, il catecumeno riceve il battesimo, la confermazione e l’eucarestia.
L’adulto che intraprende l’itinerario di iniziazione vive un primo periodo, detto di pre-catecumenato. Frausini richiama in proposito il capitolo 10 degli Atti degli Apostoli e la relazione umana, ancor prima che spirituale, che Pietro instaura con Cornelio, “continuando a conversare con lui”. Questo tempo si conclude con l’ingresso nel catecumenato, nel quale i candidati ricevono un’istruzione pastorale e sono impegnati in una opportuna disciplina, attraverso la catechesi, il rito e la partecipazione alla missione della chiesa. La persona è aiutata a rinnovare non solo la sua mente, ma anche gli stili di vita. Riceve una educazione a tutto campo. Terminato il periodo di catecumenato, il candidato viene ammesso a una preparazione più intensa ai sacramenti durante la Quaresima che precede la Pasqua in cui riceverà i sacramenti. Ricevuti i sacramenti, comincia il percorso della mistagogia, durante il quale la persona fa esperienza della grazia sacramentale e partecipa in modo più intenso e profondo alla vita della comunità.
La Chiesa tutta, sia coloro che hanno il compito di affiancare il catecumeno sia ogni singolo cristiano, svolge un servizio prezioso e fondamentale nei confronti della persona che fa questo itinerario. La aiuta a capire come il Signore ha agito nella sua vita e la aiuta a riconoscerLo. E’ un servizio di accompagnamento premuroso e profetico. Il catecumeno è sostenuto dalla comunità cristiana anche nella celebrazione dei riti. Se infatti ognuno di noi vi partecipa con fede, la celebrazione svela il volto di Dio.
La testimonianza di Don Guido Coccia ha confermato l’azione della comunità cristiana nel suscitare il desiderio di conoscere Dio nell’adulto che chiede i sacramenti della iniziazione cristiana e ha sottolineato l’importanza dell’accompagnamento nelle parrocchie dei neo-battezzati. E’ un servizio quello del RICA che andrà sempre più acquistando rilievo e don Guido ci ha sicuramente sensibilizzato sull’argomento.
La serata si è conclusa con la consegna da parte del vescovo dei diplomi e degli attestati di frequenza alla SFT per l’ultimo triennio. I diplomi sono andati a chi ha sostenuto la metà più uno degli esami e gli attestati di frequenza a quelli che hanno frequentato con continuità i corsi senza sostenere questo numero di esami. Sul viso di tutti noi studenti un grande sorriso e la gioia di aver vissuto uno straordinario tempo di grazia in un ambiente fraterno e sereno. Per questo il nostro ringraziamento va in modo particolare al vescovo Carlo Bresciani, al Direttore e al vice direttore della SFT, don Gianluca Pelliccioni e don Lorenzo Bruni, per aver fatto crescere con cura e dedizione commuoventi la SFT della nostra diocesi.
Gli Studenti della SFT