Preparativi della cena pasquale

Leggiamo Lc 22,7-14. Prima però diamo uno sguardo al grande insieme a Lc 22,7-38, dove Luca racconta l’istituzione dell’Eucaristia collocandola – cosa nuova! – all’interno di un grande discorso di Gesù.

1. Sguardo d’insieme a Lc 22,7-38. – Questo racconto, di circa due pagine di Vangelo, è formato da almeno 8 piccoli brani. Eccoli. I preparativi della cena pasquale, la cena pasquale, l’istituzione dell’Eucaristia, l’annuncio del tradimento, su chi è il più grande; la ricompensa promessa agli Apostoli , l’annuncio del rinnegamento e del ritorno di Pietro, l’ora del combattimento decisivo. Dietro questo insieme si nota, in continuazione, il fondo antico che ci riporta alle parole e ai gesti di Gesù.

Un insieme del genere, che suscita anche molta curiosità, è stato studiato con grande competenza e profondità da un grande studioso tedesco della Germania Orientale, Heinz Schrmann, pubblicando negli anni 1953-1957 su tale insieme ben tre volumi scientifici per complessive 445 fitte pagine.

Schrmann ha dimostrato che Luca, in questo discorso, ha voluto dare alla sua chiesa e a noi una Regola di celebrazione eucaristica [un po’ accantonata dagli studiosi successivi], una Regola comunitaria, una Regola di vita. Cioè, Luca ha voluto mettere in luce che Gesù dona sé stesso nell’Eucaristia per formare l’autentica comunità liturgica, ecclesiale e sociale della comunità dei redenti. Luca richiama questa centralità dell’Eucaristia o in modo esplicito (22,19-20), o per qualche richiamo (22,28.29), o per accenni, come nel nostro testo 22,7-14.

Questo molteplice e vario orientamento verso l’Eucaristia merita tutta la nostra attenzione.

2. Preparazione della Pasqua ebraica in vista di quella cristiana. – «Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. 8Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: “Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua”. 9Gli chiesero: “Dove vuoi che prepariamo?”. 10Ed egli rispose loro: “Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa in cui entrerà. 11Direte al padrone di casa: “Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 12Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate”. 13Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua» (Lc 22,7-13).

Il brano, nella sua sostanza, si ha anche in Mc 14,12-21. Luca lo riprende, ma, con alcune varianti, lo indirizza verso la Pasqua cristiana, quella eucaristica.

«Azzimi-Pasqua». La festa di Pasqua si celebrava la notte del 14-15 nisan; gli azzimi, dal 15 al 21; non erano festivi e si mangiava pane azzimo. – «Gesù mandò». Quindi è Gesù che prende l’iniziativa per la celebrazione. Invece in Mc sono «i suoi discepoli» che prendono l’iniziativa. – Mandò «Pietro e Giovanni». Questa coppia di Apostoli è quella che ha una particolare importanza nella chiesa nascente di Gerusalemme. «Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera » (At 2,1); «Pietro e di Giovanni» parlano con grande coraggio (At 2,13), finiscono in prigione, ecc. In Marco gli inviati sono anonimi: «Allora mandò due dei suoi discepoli» (Mc 14,13). – «Al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate».Descrivendo la celebrazione eucaristica a Troade Luca informa: «C’era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore, dove eravamo riuniti» (At 20,8). – «Lì preparate». La preparazione avveniva parte nel Tempio, atrio dei sacerdoti: uccisione dell’agnello e rito del sangue; l’altra parte in casa con un rituale che verrà messo in scritto due secoli dopo nella Mishna, Seder (Ordine) Pesachim.

3. Gesù si mette a tavola. – «Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui» (Lc 22,14). – Siamo al tramonto del sole. Con quel «quando venne l’ora» Luca rimanda a «la sua ora», quella di Gesù della quale parla il Vangelo di Giovani, l’ora in cui Gesù fa dono di sé stesso per amore (Gv 13,1). – «Gli apostoli», nome usato qui da Luca invece dell’arcaico «i Dodici» di Marco – rimanda alla chiesa apostolica e ai suoi predicatori, quali Paolo, Silvano e altri.

Conclusione. Eccola! La nostra vita spirituale deve avere come punto centrale l’Eucaristia. – Tale centralità viene formulata luminosamente dallo stesso Gesù in questi termini: «Come… io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me» (Gv 6,57). Cioè, vivrà in forza di me, della grazia spirituale che gli comunico (diá, con l’accusativo = principio, causa efficiente). Di conseguenza, vivrà anche in unione con me nella grazia santificante di ogni giorno (= causa finale).


P. Crocetti