Satana entrò in Giuda
Leggiamo Lc 22,1-6. Il brano presenta il complotto che viene fatto per sopprimere Gesù. Luca segue Mc 14,1-6, ma ha alcune aggiunte proprie. Per l’altro parallelo, cioè Mc 26,1-5, si veda Serie su Matteo, n. 126. Nel nostro testo abbiamo: l’indicazione del tempo; gli organizzatori del complotto, lo scopo che vogliono raggiungere e la difficoltà che incontrano; l’occasione propizia e inaspettata della collaborazione di Giuda.
1. Il tempo del complotto. «Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, 2e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano in che modo toglierlo di mezzo, ma temevano il popolo» (Lc 22,1-2).
«Azzimi, Pasqua». Originariamente la festa degli “azzimi”, si legava al mondo agricolo, agli agricoltori che mangiavano pane senza lievito per una settimana per lodare Dio, il Datore dei beni della terra. La Pasqua, invece, si legava al mondo della pastorizia, quando i pastori sacrificavano un agnello (o un capretto) per propiziare l’aiuto divino nella transumanza e nel parto del gregge.
Il libro dell’Esodo c. 12 aveva fuso questi due riti dando ad essi un significato religioso del tutto nuovo: quello della liberazione degli ebrei dalla schiavitù d’Egitto e quello dell’Alleanza con la quale Jahvè entrava in particolare rapporto con Israele: «Voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli… 6Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa» (Es 19,5-6).
Ai tempi di Gesù azzimi e Pasqua facevano un tutt’uno celebrativo di ciò che di più sublime aveva la religione ebraica. In quanto festa di pellegrinaggio, insieme alla Pentecoste e alla festa delle Capanne (Sukkot), la Pasqua faceva confluire su Gerusalemme tantissimi pellegrini .
Gli organizzatori del complotto. Sono alcuni capi del ceto sacerdotale e i dotti del tempo, gli scribi. Essi cercavano il modo «toglierlo di mezzo» (anélôsin, da anairéô, aor. cong.), farlo fuori, non direttamente mediante il Sinedrio, l’autorità somma del popolo ebraico, ma che ai tempi di Gesù non aveva più lo jus gladii, il diritto di emettere sentenze di morte, riservato solo all’autorità romana. Quest’ultima autorità doveva essere coinvolta in qualche modo.
Un ostacolo insormontabile per eseguire un tal delitto era il fatto della popolarità di Gesù: «ma temevano il popolo».
Luca insiste anche altrove sulla buona volontà del “popolo”, laós, il popolo santo. Dopo la parabola dei vignaioli omicidi, gli stessi nemici «cercarono di mettergli le mani addosso, ma ebbero paura del popolo» (20,19). A sua volta Gesù prendeva per sé una buona precauzione: «37Durante il giorno [Gesù] insegnava nel tempio… 38E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo» (21,37.38). Signore Gesù, riversa quel tuo fascino anche su ciascuno di noi!
2. Satana si impossessa di Giuda. – «Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici» (Lc 22,3).
Nei Sinottici questa notizia si ha solo in Luca. Cosa sostanzialmente uguale viene detta in Gv 13, 2: «Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo». Subito dopo Gesù si prepara per lavare i piedi ai discepoli. – «Entrò» in Giuda mediante un possesso vero e proprio della sua persona? Non sembra, perché in questo caso l’ossesso si sarebbe comportato in modi del tutto anormali. Dell’ossesso del territorio dei Geraseni Luca scrive: il demonio «si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti...» (8,29). Forse una suggestione demoniaca ha raggiunto Giuda, che l’ha trattenuta, poi l’ha accolta, ora gli fa muovere i suoi passi per realizzarla. Pietro avverte e ammonisce: «Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. 9Resistetegli saldi nella fede» (1Pt 5,8-9).
3. Giuda va dai nemici di Gesù. «Ed egli andò a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro. 5Essi si rallegrarono e concordarono di dargli del denaro. 6Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia per consegnarlo a loro, di nascosto dalla folla» (Lc 22,5-6).
Colpisce quel: «si rallegrarono» (echáresan). E’ un rallegrarsi del tutto diverso dalla schietta gioia cristiana (chará) che Luca ha ben presentato nel suo Vangelo dell’Infanzia! Giuda va, discute, giunge a un accordo, si aspetta solo «l’occasione propizia». Tutto è ben contrattato. Non è stata dimenticato niente. E’ ben presente alla mente anche l’accortezza ritenuta del tutto importante: «di nascosto dalla folla».
Dopo aver esaurito le tentazioni su Gesù «il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato» (4,13). Quel momento fissato ora è giunto!
Conclusione. Fede e coraggio! «Dio… non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere» (1Cor 10,13).
P. Crocetti