Il Discorso Escatologico: Prima parte

Leggiamo Lc 21,5-24. E’ la prima parte del Discorso Escatologico secondo Luca; l’altra parte è per la prossima volta. Si veda il parallelo in Mc 13,1-31 e Mt 24,1-36 (Serie su Matteo nn. 118-121). Sono testi che, per vari motivi, creano notevoli difficoltà ai commentatori. Limitiamo questa puntata per ragioni di spazio a Lc 21,5-24.

     1. L’ annuncio della rovina del Tempio. «Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: 6 Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”» (Lc 21,5-6).

Il Tempio, la cui ristrutturazione radicale era stata iniziata verso l’anno 19 avanti Cristo da Erode, ai tempi di Gesù si presentava in tutta la sua bellezza, dentro una superba recinzione di mura – in parte ancora visibili – che lo facevano il centro di una fortezza. Giuseppe Flavio (37-100 d. C.) fa sapere che alcuni blocchi “avevano la lunghezza di 45 cubiti, l’altezza di 5 e la larghezza di 5” (BJ 5,224). Il cubito corrisponde a circa mezzo metro. Gesù non condivide l’ammirazione di quegli «alcuni», anzi preannuncia la distruzione di quel complesso.

2. Segni della futura rovina. «Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?» (Lc 21,7). I primi due “segni” della distruzione si avranno già al tempo di Luca, con i falsi profeti e la persecuzione; altri segni indicheranno la venuta di Cristo nella gloria.


    3. L’attività di falsi profeti. «Rispose: “Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine”. 10Poi diceva loro: “Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo”» (Lc 21,7-11).

Sono i falsi profeti, che annunciano il ritorno imminente di Cristo glorioso. Si hanno anche sollevazioni ebraiche contro il potere romano: «Tempo fa sorse Tèuda… a lui si aggregarono circa quattrocento uomini … Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento» (At 5,36-37). E’ quanto Gmaliele dice davanti al Sinedrio.

    4. La persecuzione dei discepoli. «Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita» (Lc 21,12-19).

E’ questo il segno per eccellenza. Pensiamo al martire Stefano: «E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». 60 «Signore, non imputare loro questo peccato!”. Detto questo, morì» (At 7,59-60). E ancora: «In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti… si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria» (At 8,1). E ancora. «Saulo, spira ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore» (At 9,1).

In tanto dolore per la fedeltà a Cristo ci sarà anche l’azione fortificatrice di Cristo stesso: «Io vi darò parola e sapienza»; e, da parte vostra, «con la vostra perseveranza salverete la vostra vita» (21,19).

5. La distruzione di Gerusalemme. «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. 21Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; 22quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. 23In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo» (Lc 21,20-23).

«Quando vedrete» – diremmo – le tre legioni romane stanziate sul Monte Scopus che sovrasta a nord tutta Gerusalemme; ancor più, quando in un secondo momento, vedrete «Gerusalemme circondata» (kiklouméne), come anche ci racconta Giuseppe Flavio, allora la fine della città Santa è arrivata. Mettetevi in salvo!

6. I tempi dei pagani. «Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti» (plerothôsin kairòi ethnôn) (Lc 21,24).

Con tutta probabilità la frase «i tempi dei pagani» sta a indicare i tempi in cui i pagani si convertiranno; perché così «si compiano (deî plerôthénai7) tutte le cose scritte su di me» (cf Lc 24,44: cf Rom 11,25).

Conclusione. Luca ci invita a rafforzare la nostra «perseveranza» nel bene. «Quello [il seme] sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza» (8,15). «Avvenga ch’io mi senta / ben tetragono ai colpi di ventura» (Dante, Paradiso, 17,23s).

P. Crocetti