Sì, io sono il Figlio di Dio
Leggiamo Lc 22,.66-71. Due domande a Gesù dominano il brano: Sei il Messia?, sei il Figlio di Dio?
1. Conducono Gesù davanti al sinedrio. – «Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio» (Lc 22,66).
Lo spostamento avviene dopo che Gesù, durante la notte, è stato insultato e deriso nella casa del sommo sacerdote (22,53-55). Il sinedrio, costituito da 71 persone influenti (cf At 22,5), veniva convocato solo per motivi molto gravi. Non aveva lo ius gladii, cioè non poteva emettere sentenze capitali. Questa seduta corrisponde a quella che, secondo Matteo-Marco, è avvenuta durante la notte precedente.
2. La prima domanda: sei il Cristo? – «E gli dissero: “Se tu sei il Cristo, dillo a noi” (Lc 22,67a).
«Gli dissero..». La frase si ha ancora nella seconda e terza domanda: «Allora tutti dissero…», «E quelli dissero…». Perché questo parlare così generico? La risposta ci viene dal confronto con Marco.
Marco, agendo da cronista, scrive: «Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo… »; e subito dopo la frase viene ripetuta: «Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli…» (Mc 14,60.61). Queste introduzioni ridondano di solennità, di autorevolezza verso Gesù!
Luca, che scrive da discepolo che ben conosce la dignità sovrumana del suo Gesù, evita questo parlare manifestamente solenne e autoritario. Attenua il tutto con quell’anonimo: “gli dissero”, ripetuto tre volte. Aggiungiamo che Luca profumerà l’intero brano con questa estrema delicatezza verso Gesù.
«Se tu sei il Cristo… ». Cioè, se sei il”Messia” preannunciato e atteso.
3. La risposta di Gesù. Lo sono e a un titolo unico. – «Rispose loro: “Anche se ve lo dico, non mi crederete; 68se vi interrogo, non mi risponderete. 69Ma cd’ora in poi / il Figlio dell’uomo / siederà alla destra della potenza di Dio”» (Lc 22,67-69).
Gesù inizia a rispondere con parole improntate a un bonario scetticismo: «Anche se ve lo dico…»; «se vi interrogo…». Già fanno intravvedere la sua dignità e autorità. Caso simile in Gv 10,24-25).
Poi Gesù si porta all’essenziale presentando sia la sua dignità unica sia la sua presenza nella Chiesa. Lo dice con due citazioni e con la precisazione: «d’ora in poi». Vediamo rapidamente questi tre elementi.
– La prima citazione riguarda «Il Figlio dell’uomo…» (Dan 7,13) e preannuncia il Messia trascendente che supera misteriosamente la condizione umana.
– La seconda citazione, «siederà alla destra della potenza di Dio» (Sal 110,1) sta a indicare il Cristo che, da risorto e con i meriti della passione, siede alla destra del Padre (cf Eb 1,8).
– La precisazione, importantissima, dice che i due preannunci si realizzano «d’ora in poi»: dal tempo che va dal venerdì santo-domenica di Pasqua a tutto il tempo della Chiesa. Con la sua morte-risurrezione, Cristo entra «nella sua gloria», di Messia Salvatore (cf 24,26), e vive nella sua Chiesa. Pietro concluderà il suo discorso di Pentecoste con queste frasi: «Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio “fece” (epóiesen, poièô) Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2,36). Lo stesso messaggio si ha anche in Matteo: «18A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra [= messianismo glorioso]. 19 fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» [= nascita e vita della Chiesa]. «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» [= il Risorto nella sua Chiesa] (Mt 28,18-20).
4. La seconda domanda: se sei il Figlio di Dio. E la risposta – «Allora tutti dissero: “Tu dunque sei il Figlio di Dio?”. Ed egli rispose loro: “Voi stessi dite che io lo sono”» (Lc 22,70).
Gli interroganti hanno ben capito che Gesù presentava sé stesso come il Cristo-Messia di natura sovrumana. Vogliono esserne sicuri, con la domanda specifica sulla sua natura divina.
La risposta è affermativa: «Voi stessi dite che io lo sono»- E io, Gesù, confermo quanto dite. Già l’angelo aveva presentato a Maria il suo Nascituro nella duplice realtà: di Figlio «di Davide suo padre…» (2,32) (= cioè la messianicità); di «Figlio di Dio» (2,35) (cioè la divinità).
5. La reazione. – «E quelli di
ssero: “Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca”» (Lc 22,71). Quindi, hanno ben capito che Gesù attestava la sua divinità.
6. Gesù viene condotto da Pilato. – «Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato» (Lc 23,1). Per delicatezza, Luca non riferisce esplicitamente che Gesù fu condannato dai membri del sinedrio.
Conclusione. Luca, con tanto affetto, presenta Gesù nel suo mistero di Figlio di Dio, intronizzato nel suo regno messianico che è la Chiesa, e ciò a partire dalla sua Pasqua. Interiorizziamo sempre più queste realtà divine.
P. Crocetti